MUSEOGIOCANDO
Non si smette di giocare perché si diventa vecchi. In realtà si diventa vecchi perché si smette di giocare.
Il segreto per rimanere giovani, quindi, è semplice: continuare a frequentare i giocattoli, ovvero gli strumenti della più felice delle nostre età.
Precisamente per questo è stato realizzato a Piticchio di Arcevia MUSEOGIOCANDO, ovvero la caverna dei nipotini di Alì Babà, nella quale è possibile non solo ritrovare quegli stessi balocchi che un tempo avevamo, e recuperare così la magia della nostra infanzia, ma anche incontrare gli altri trastulli che hanno fatto la gioia di tutti gli umani che hanno avuto la fortuna di essere bambini, in ogni tempo e in ogni luogo.
Non un luogo in cui i reperti rimangono preclusi ed immobili, bensì uno spazio dove buona parte del materiale esposto funziona realmente e i vecchi giocattoli tornano ad essere concreti strumenti del gioco per il quale erano stati concepiti. Un ambiente in cui non solo si vedono ancora correre i trenini e le automobiline che erano familiari a noi, ai nostri padri o ai nostri nonni, ma dove è consentito di tornare a giocarci, proprio come quando noi e loro eravamo piccoli.
Nei circa 800 metri quadri di MUSEOGIOCANDO sono ospitati gli oltre 4.000 pezzi della collezione accumulata da Giovanni Catella, frutto della sua passione per il modellismo e di una quarantina d’anni di ricerche in vari parti del mondo, a margine di una lunga attività di giornalista dell’agenzia ANSA.
Gli oggetti appartengono a diverse tipologie:
giocattoli d’epoca (circa 500) raggruppati in diverse tipologie, dalle trottole ed i cosiddetti “pull toys” che i bambini si tiravano dietro con una corda, alle navi e gli aerei, alle bambole, alle marionette, ai soldatini, alle costruzioni, alle carrozze e ai balocchi meccanici azionati a molla;
modelli di treni e ferrovie in miniatura (sette grandi plastici per complessivi 50 metri quadri di superficie), in scale che vanno da 1:22 ad 1:160, relativi ad altrettanti periodi del modellismo ferroviario, tutti appositamente realizzati con tecniche e materiali rigorosamente dell’epoca e completamente funzionanti, a disposizione del pubblico;
modelli di auto (nella sala al piano inferiore, con sullo sfondo un enorme affresco di Bruno d’Arcevia, è illustrata l’evoluzione del trasporto su strada, dal carro di Cugnot del 1767 ai giorni nostri, attraverso più di 3.000 modellini in scale che vanno dall’1:160 all’1:8, esposti in una serie di bacheche, in cinque grandi diorami e in vetrine disposte lungo il ballatoio, destinate alle auto da corsa, ai mezzi militari e ai trattori agricoli. Ai piedi dell’affresco trova posto una grande pista di slot-cars, dove i visitatori possono cimentarsi a gareggiare.
Al di là del pur considerevole interesse rappresentato da questa collezione, il pregio particolare di MUSEOGIOCANDO consiste nella puntigliosa ed esauriente documentazione che correda gli articoli esposti e che non si limita alla descrizione dei singoli giocattoli e a tracciare la storia di chi li ha fabbricati. Poiché il gioco è il mezzo col quale tutti i cuccioli, compresi quelli dell’uomo, si preparano alla vita, la gran parte dei giocattoli riproduce più o meno fedelmente determinati aspetti del mondo “dei grandi”. Per illustrare un giocattolo e contestualizzarlo compiutamente, occorre pertanto individuare il prototipo al quale esso si ispira e illustrare anche di esso le caratteristiche e la storia. Ciascun pezzo esposto a MUSEOGIOCANDO è quindi accompagnato da una documentazione (testuale, iconografica ed eventualmente filmica) relativa all’oggetto stesso e al contesto in cui è stato originato. Per eventuali approfondimenti, anche a carattere didattico, si può inoltre attingere al materiale cartaceo custodito nella biblioteca.
MUSEOGIOCANDO sta per essere completato e non è ancora aperto al pubblico, tuttavia sin d’ora è possibile prenotarsi per una visita guidata, gratuita!!!